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Nel 1904 un missionario torinese vissuto qualche anno a Urussanga, una colonia fondata da emigrati italiani perlopiù veneti nello Stato di Santa Catarina in Brasile, pubblicò in un libro una fotografia in cui una decina di uomini bianchi armati di fucile esibiscono archi e frecce assieme a tre bambini di pelle scura, nudi. La didascalia dice: «Ritorno dalla foresta con tre piccoli selvaggi». Come sempre accade, anche questa fotografia racconta una storia: ma quale? Chi era l'autore? Chi sono quegli uomini adulti? Come si chiamano quei bambini, e che cosa successe loro in seguito? È un ritratto in posa o un fotomontaggio? La foto si diffuse in vari ambienti, ogni volta con differenti ipotesi di data, luogo e protagonisti. Qualcuno vi riconobbe il ritratto del nonno. L'indagine su questa foto illumina aspetti della colonizzazione in Brasile che i racconti dell'emigrazione italiana ed europea hanno rimosso e preferiscono tacere - da un lato lo sterminio dei nativi e la distruzione dei loro villaggi, dall'altro la costruzione di una società più meticcia di quella che viene rappresentata. Allo stesso tempo, invita a riflettere su dove vada ricercata la verità di un'immagine.